Aiuto, il pilota dorme. Chi guida l’aereo?

Questo articolo è uscito sul mensile Il Lametino lo scorso 19 gennaio 2013.

“Buonasera signore e signori, è il comandante che vi parla. Sedete al vostro posto, allacciate le cinture di sicurezza. Siamo in partenza per la nostra destinazione”.

Questo è più o meno il copione col quale inizia ogni volo, con il comandante che tranquillizza i passeggeri prima della partenza.
Dati alla mano, però, i più tranquilli sono proprio i piloti: così calmi che, secondo lo studio della ECA, associazione europea piloti, almeno 1 su 3 si addormenta ai comandi.

Addirittura il 92% dei piloti tedeschi afferma di aver guidato un aereo anche se troppo stanco per farlo.

Giovanni Galiotto, presidente dell’associazione piloti italiani, ha confessato un’episodio in cui si è “sentito molto stanco”, costringendo il copilota a portare a termine il volo da solo.

Da cosa dipende questa “stanchezza”? Dipende, semplicemente, dalla legislazione europea che consente ampie capacità decisionale alle compagnie aree che, per risparmiare sul personale, fissano per i piloti un gran numero di ore di volo consecutive e poche ore di riposo fra un turno e l’altro.

Negli Stati Uniti, invece, la situazione è completamente diversa.
In seguito ad un incidente a Buffalo nel quale l’aereo è precipitato costando la vita a piloti, personale e passeggeri, le autorità americane hanno varato un regolamento molto più severo.

GSI_Pilots

Un bimotore turboprop Dash 8. L’incidente di Buffalo ha coinvolto un aeromobile di questo tipo, ma di una compagnia aerea diversa. Foto di Giorgio Varisco.

Quello della stanchezza dei piloti è un problema serio e da non sottovalutare.

Nel 2008, in India, i piloti di una compagnia locale si sono addormentati ed hanno mancato l’atterraggio a Bombay, facendo credere alla torre di controllo che addirittura l’aereo fosse stato dirottato.

Nel 2011 i piloti di un velivolo delle Scandinavian Airlines si erano appisolati lasciando il controllo al pilota automatico senza sapere che quest’ultimo non era programmato per atterrare in autonomia, riuscendo ad evitare lo schianto per miracolo.

Certo, il ricorso al pilota automatico è un comportamento di “routine”, ma in caso di tempo avverso o in situazioni di emergenza, quando lo stesso pilota automatico si disconnette, come fa un pilota dormiente o intorpidito dal sonno ad evitare il disastro?

Nel giugno 2009 il volo AirFrance Rio de Janeiro-Parigi è precipitato nell’oceano, causando la morte di tutte le persone che si trovavano a bordo, perchè il comandante ed il copilota dormivano, e non sono riusciti a svegliarsi in tempo per rimettere in quota l’aereo.

In conclusione, l’argomento, che merita la giusta considerazione, necessita di un intervento, quantomeno a livello comunitario, per imporre alle compagnie aree turni più umani e maggior riposo per i piloti, onde evitare il ripetersi di tragedie simili.

Paolo Leone
Foto di Giorgio Varisco, GolfVictorSpotting.it

10 comments

  1. Scrivere “Nel giugno 2009 il volo AirFrance Rio de Janeiro-Parigi è precipitato nell’oceano, causando la morte di tutte le persone che si trovavano a bordo, perchè il comandante ed il copilota dormivano, e non sono riusciti a svegliarsi in tempo per rimettere in quota l’aereo.” non e’ giusto perche’ cosi facendo si ignorano le vere cause dell’incidente. Un incidente del genere e’ un evento causato da molto concause che sono ben spiegate nel report ufficiale. E’ semplicistico affermare una cosa del genere.

    1. In effetti la cosa è stata l’oggetto di una discussione tra me e l’autore dell’articolo. Varie riviste e siti specializzati hanno dato la “colpa” ai programmi di addestramento che ormai trasformano i piloti in veri e propri “operatori di sistemi” incapaci di “sentire” i propri aeromobili.

      GSI – Francesco

    2. Infatti l’articolo è molto chiaro. Non si accusano esclusivamente i piloti, ma si fa notare come l’aereo sia precipitato di netto (basta documentarsi su wikipedia) senza tentare alcuna manovra di emergenza. Perché i piloti dormivano e, inebetiti o svegliatisi in ritardo, non sono riusciti a fare nulla. E’ infine ovvio che nel report ufficiale non verrà mai affermato che i piloti dormissero: comporterebbe per la compagnia la perdita quasi totale dei passeggeri.

      GSI -Paolo

      1. Non credo che cio’ che tu hai scritto rifletta la verita’.
        Il disastro del volo AF447 e’ dovuto a moltissime concause (hai mai sentito parlare del “swiss cheese model” ?) :
        1. tubo di pitot congelato (che ha causato moltissime anomalie ai sistemi di volo),
        2. decisione di non deviare dalla rotta (gia 2 o 3 aerei avevano modificato la loro rotta a causa del maltempo – la ITCZ e’ una zona pericolosissima dove fenomeni intensi sono molto frequenti),
        3. manovra di recovery discutibile da parte del primo ufficiale,
        4. scarso addestramento al volo manuale in IFR (stallo ad alta quota),
        5. assenza del comandante dalla cabina per ragioni di riposo – il riposo e’ consentito a tutti gli equipaggi che siano composti da piu di due elementi durante la fase di crociera.

        I 2 piloti che erano in cabina nel momento in cui l’autopilota si e’ disconnesso erano perfettamente svegli e si sono comportati nel modo in cui credevano fosse necessario agire.
        Il comandante invece dormiva ed e’ giunto in cabina in un secondo momento.

        Infine, ti chiederei di basare tutti i tuoi articoli su fonti ufficiali (wikipedia, benche sia un ottimo canale di informazione puo contenere articoli poco precisi..)
        Questi sono alcuni report ufficiali: http://avherald.com/h?article=41a81ef1/0071&opt=0

      2. l’articolo non dice che l’aereo è precipitato a causa del pisolino dei piloti, ma dice che i piloti, che stavano palesemente dormendo, non sono riusciti a fare alcunchè. Lo scarso addestramento è solo una mossa della compagnia per non ammettere l’evidenza.
        dei piloti non addestrati non avrebbero mai potuto trovarsi su un volo come quello, ma la compagnia preferisce ammettere questo per non dire “ehi, i nostri piloti dormono di brutto”.
        del resto basta leggere interviste a piloti di ciascuna compagnia aerea per vedere come, a causa dei turni lunghissimi, quasi tutti dormono e di brutto (pilota e co-pilota)

        GSI-Paolo

      3. La rivista Volare ha dedicato almeno due articoli all’incidente e alle ripercussioni del report finale sugli addestramenti dei piloti, citando i fattori chiave individuati da chi ha fatto le indagini e tralasciando quasi completamente il fattore “mancanza di riposo”, che al massimo può essere considerato come una “concausa” dell’incidente del volo 447 ma sicuramente non può essere annoverato tra le cause principali. E’ evidente ormai che le scuole di volo focalizzate sull’aviazione civile sfornano “operatori di sistema” che non hanno il senso del pilotaggio che caratterizza altre tipologie di piloti, per esempio quelli acrobatici.

        GSI – Francesco

      4. Mi dispiace Paolo, ma da nessuna parte viene affermato che i piloti stessero dormendo la momento dell’incidente… uno dei 2 F/O (first officer, “copilota” per intenderci) stava dormendo fino a poco prima, ma nei voli intercontinentali è normalissimo che uno dei membri dell’equipaggio di riserva dorma. Ovviamente, non era ai comandi mentre dormiva 🙂 Inoltre il comandante dell’aereo era ben sveglio.
        Fonte: http://aviation-safety.net/database/record.php?id=20090601-0

      5. l’articolo non dice che l’aereo è precipitato a causa del pisolino dei piloti, ma dice che i piloti, che stavano palesemente dormendo, non sono riusciti a fare alcunchè. Lo scarso addestramento è solo una mossa della compagnia per non ammettere l’evidenza.
        dei piloti non addestrati non avrebbero mai potuto trovarsi su un volo come quello, ma la compagnia preferisce ammettere questo per non dire “ehi, i nostri piloti dormono di brutto”.
        del resto basta leggere interviste a piloti di ciascuna compagnia aerea per vedere come, a causa dei turni lunghissimi, quasi tutti dormono e di brutto (pilota e co-pilota)

        ps. il co-pilota non fa parte dell’equipaggio di riserva, ma è a tutti gli effetti parte integrante del sistema di pilotaggio. infatti gli aerei si pilotano (appunto) con DUE piloti, anche se il secondo fa da “assistente”. La guida con un solo pilota è infatti da regolamento considerata come situazione di emergenza.

        bisogna leggere bene prima di commentare.

        GSI-Paolo

      6. Nessuno ha parlato di piloti non addestrati (che come dici tu non potrebbero volare) ma di piloti addestrati male, incapaci di reagire a determinate condizioni di emergenza. E comunque, non è Air France a decidere le cause dell’incidente, ma gli organi indipendenti d’inchiesta, che hanno individuato nei buchi dell’addestramento le cause principali dell’inabissamento dell’A330 che stava operando il volo AF447 GIG-CDG. La questione dell’addestramento insufficiente è stata discussa anche da vari istruttori di volo in Italia: uno ha addirittura detto, scrivendo apertamente alla rivista Volare, che l’addestramento extra necessario per prevenire incidenti del genere costa più degli incidenti stessi e quindi “non conviene”. Occorre, quindi, un ritorno al pilotaggio puro, e un ridimensionamento della fiducia che compagnie ed equipaggi hanno nei confronti dei sistemi informatici. Vedere anche il caso dell’A380 Qantas, ritornato a Singapore quasi per miracolo.

        Wikipedia (quella in inglese) è più precisa di quella italiana: http://en.wikipedia.org/wiki/Air_France_Flight_447

        “The final report, released at a news conference on 5 July 2012, stated that the aircraft crashed after temporary inconsistencies between the airspeed measurements—likely due to the aircraft’s pitot tubes being obstructed by ice crystals—caused the autopilot to disconnect, after which the crew reacted incorrectly and ultimately led the aircraft to an aerodynamic stall from which they did not recover.”

        GSI – Francesco

  2. Paolo, ti scrivo ora non piu’ come appassionato di aviazione ma come pilota commerciale.

    L’incidente AirFrance ha provocato serie ripercussioni sul programma di addestramento della mia compagnia come su quelle di molti miei colleghi.

    Il punto in cui si e’ insistito molto non e’ stato lo scarso riposo ma l’addestramento!

    Non solo AirFrance ma anche Airbus sono state molto criticate per i nuovi programmi di addestramento cui sottopongono i piloti. Airbus nel progetto A380 ha addirittura provato a rinominare la figura di pilota in “operatore di pannello” (per farti capire quanto gliene importa a quelli di Airbus delle skills basilari di un pilota…).

    Il sonno non c’entra proprio un bel niente in tutto questo! Dovresti cercare di essere piu aperto a critiche altrui (e fattela ‘na domanda!!)…

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